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Arriva Foleo, il “mobile companion” di Palm

Se ne parlava da tempo, da quando Access acquisi’ Palm e annuncio’ la volonta’ di migrare la piattaforma applicativa su Linux. Il momento e’ arrivato: e’ appena stato annunciato Foleo, un generoso tablet molto leggero, basato su ARM e dotato di browser Opera.

foleo1.jpg

Questo il confronto con il Treo:

foleo2.jpg

L’immagine suggerisce un utilizzo simile a quello di Maemo, in cui il device “estende” il telefono cellulare. O viceversa, il cellulare offre connettivita’ su rete telefonica al tablet. La configurazione hardware include uno schermo 10″ 1024×768, WLAN, Bluetooth… Maggiori dettagli sul sito Palm e su LinuxDevices. Si attende a breve un SDK open… Speriamo sia semplice effettuare il porting di phoneME…

Il prezzo sara’ di circa 600 dollari (500 piu’ rimborso di 100… insomma…).

JavaFX


La JavaOne sforna la prima novita’: si chiama JavaFX Mobile, la specializzazione mobile di JavaFX. Questa tecnologia porta un potente motore di scripting dentro Java SE e Java ME. JavaFX Mobile, in particolare, e’ una completa piattaforma di mobile computing, basata su Linux. La stessa tecnologia permettera’ di scrivere rapidamente applicazioni per qualsiasi dispositivo mobile equipaggiato con Java ME (sul “qualsiasi” ci sara’ parecchio da discutere). Sul blog di Jonathan Schwartz si descrive il percorso che ha portato alla progettazione di questa nuova piattaforma. Questa la preview del dispositivo:

JavaFX_Mobile_small.png

Non so se il dispositivo sia reale (sul web qualcuno dice che e’ solo un prototipo, qualcuno dice che si tratta di una abile manipolazione con Photoshop!). Lo riconoscete? Sembra proprio Neo1973, il primo device basato su OpenMoko. Qualche settimana fa Sun ha acquisito Savaje (scusate, qui scende una lacrimuccia). Lo scenario e’ chiaro: JavaFX Mobile + Linux + Java GPL sara’ il nuovo punto di riferimento per la telefonia mobile in cui tutto – ma proprio tutto! – sara’ personalizzabile, modificabile, integrabile…

OpenMoko: parte la fase 0

Dalla mailing list di OpenMoko:


The rumours have already spread, as several bloggers have already
reported: Yesterday [subject to time zone], Monday the 5th of March
2007, OpenMoko was finally able to start the Phase 0 of the OpenMoko
Neo1973 developer programme:

The Neo1973 Phase 0 phones have been shipped!

This means that by the end of this week, there will be 36 Free Software
developers around the world with a Neo1973 in their hands 🙂

Insomma: ci siamo! Ancora un po’ di pazienza e tutti gli sviluppatori potranno cimentarsi con il nuovo mobile Linux!!!

Volevo un Greenphone ma…

… non so piu’ se valga la pena spendere 700 dollari per un telefono per soli sviluppatori (cioe’, potrebbe… non funzionare!), con lo stack Bluetooth non ancora disponibile e incompatibile con i file mp3 (http://qtopia.net/modules/devices/greenphone_knownissues.php). Ma la cosa piu’ incredibile e’ che la licenza di acquisto per l’edizione Community (non ho verificato le altre) vieta di rivendere il telefono:

5. Resale of the Device is prohibited.

Potete leggere la licenza per intero qui: http://www.shoptrolltech.com/tt_devicelicense.htm

Che significa? Non posso vendere il mio device “personale” oppure non posso acquistare dei Greenphone per poi rivenderli? Supponiamo sia la prima, visto che non e’ specificato meglio. Dunque, se anche uno sviluppatore decidesse di spendere 700 dollari per comprare il Greenphone e poi si rendesse conto, per qualsiasi motivo, di non volerci o poterci piu’ lavorare, sarebbe costretto a tenerselo sul groppone. E’ come se un giorno decidessi di mettere Linux su un PC con Windows e la licenza… mi vietasse di reinstallarci Windows nel caso non fossi soddisfatto. E visto che stiamo parlando di ben 700 dollari, credo che chi acquista abbia il diritto di rivenderlo se non se ne fa piu’ niente. Non e’ mica un’arma!!! A quanto pare non sono l’unico a pensarla cosi’…

Avetana Bluetooth JSR-82 on Linux Ubuntu 6.10

avetanaBluetooth in a JSR-82 implementation for Desktop PCs running Windows, Linux or MacOS X. While Windows and MacOS X versions come with commercial license only, Linux implementation is distribuited under GPL license and can be download for free from sourceforge repository. You have to compile by yourself avetanaBluetooth on your Linux box.

Documentation related to Avetana refers to libbluetooth (libbluetooth1) as the native library needed to compile JNI part of the JSR-82 library. However, Ubuntu 6.10 comes with new libbluetooth2 library. All distribution-related packaged have been migrated to the new library, but some 3rd party software still refer to the old library. Avetana Bluetooth is one of these. Compiler stops with an error caused by missing symbol “sdp_cstate_t”. Looking at source code of libbluetooth2, I’ve found that “sdp_cstate_t” is never defined in header files included by Avetana source code nor it is present in any other header file provided by libbluetooth; that’s why that struct is missing! It has been included (moved?) in the “sdp.c” implementation file.

To get avetanaBluetooth compiled (and running!), I’ve just copied the source fragment:

typedef struct {
	uint8_t length;
	unsigned char data[16];
} __attribute__ ((packed)) sdp_cstate_t;

in structs declaration of BlueZ.cpp source file (located in the “c” directory of the distribution package) and the Avetana Bluetooth stack compiles without any problem. The system configuration was: Ubuntu Linux 6.10 with kernel 2.6.17, gcc 4.1, g++ 4.1, jdk 1.6.0. Enjoy JSR-82 on your newest Linux box!

Linux Day 2006

Con un mese di anticipo rispetto agli anni passati, il Linux Day torna anche questo autunno per promuovere l’utilizzo del sistema operativo open source per eccellenza. Partecipare ad un Linux Day e’ una esperienza coinvolgente, ancora di piu’ se si collabora all’organizzazione dell’evento. Quest’anno, ahime’, non saro’ con gli amici del GULCh, che hanno messo in piedi un bell’evento! Saro’ al Linux Day romano, organizzato da LUGRoma, LSLUG, TORLug e Ninux.org. Presentero’ un breve talk su “Linux e Mobile Computing”, con l’obiettivo di mostrare una panoramica delle piattaforme basate su Linux per dispositivi mobili e i principali ambienti di sviluppo disponibili. Partecipare al Linux Day sara’ un po’ come sentirsi a casa…

Connettivita’ domestica (Linksys WRT54G3G)

E’ dal 1′ marzo di quest’anno che aspetto che qualcuno porti la linea telefonica nella casa nuova, cosi’ da poter finalmente avere ADSL. Dopo 5 mesi sono ancora qui ad arrangiarmi con GPRS e UMTS (quando va…), passare la connessione da un PC all’altro, a rincorrere come un rabdomante il segnale. Si, lo so, potrei connettere un portatile e usarlo come router per gli altri ma… che pizza dover fare ogni volta la conta dei PC per capire chi fa cosa… E se poi voglio connettermi sono un palmare? OK, tre anni di ADSL con router wifi mi hanno un po’ viziato, lo ammetto.

Dopo un po’ di ricerche ho trovato un router molto interessante: si chiama Linksys WRT54G3G. E’ della nota linea WRT54G e fornisce funzionalita’ di routing (anche verso ADSL, con porta WAN ethernet per cable modem o modem ADSL ethernet), firewall, access point 802.11g con sicurezza WPA2. La sua caratteristica piu’ interessante e’ la presenza di uno slot PCMCIA in cui inserire una scheda GPRS/UMTS per l’accesso ad Internet: in assenza di ADSL, il router utilizza la connessione UMTS e la condivide con tutti i client della rete. Proprio cio’ che serve a me: la comodita’ di Internet “per tutta la casa” ma senza una ADSL! Inoltre, con un router dedicato, posso mettere il terminale telefonico la’ dove il segnale e’ migliore e smettere di inseguire il segnale massacrando il cellulare e chiedendo a Bluetooth prestazioni da stazione in HF!

linksys_1.jpg

Ovviamente i problemi non sono mancati. Il router e’ venduto con evidenti riferimenti a Vodafone e il firmware interno e’ in grado di autoconfigurarsi per le schede e gli APN di Vodafone all around the world. Il problema e’ che io utilizzo TIM per l’accesso ad Internet via UMTS (secondo me offre una tariffa piu’ conveniente, almeno per cio’ che sono le mie esigenze attuali). Come superare la limitazione?

In realta’… la limitazione non esiste! Infatti, indicata la nazione (ad esempio, Italia) il software propone il nome dell’APN, che pero’ puo’ essere cambiato manualmente:

linksys_2.png

Ed ora il mio router fa degnamente il suo lavoro: i PC si collegano serenamente, wifi copre tutta la casa (e vorrei ben dire, visto quant’e’ piccola!!!! 🙂 ) e io continuo ad usare la mia SIM TIM. Spero Linksys e Vodafone non se la prendano…

Ultima cosa: dentro il router… c’e’ Linux…