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Strolghino recidivo

… o recidivo di culatello, decidete voi. Lo scorso anno ho “recensito” lo Strolghino di Culatello (https://www.gerdavax.it/cucina/strolghino-di-culatello/), un buon salame di piccola taglia. Qualche settimana fa mi è stato regalato uno Strolghino di diversa provenienza, del Salumificio Cavalier Umberto Boschi. Le caratteristiche generali sono pressoché identiche a quelle del salame del Prosciuttificio San Michele. Il pezzo ricevuto di recente, però era leggermente meno stagionato, più morbido e godibile, paradossalmente meno adatto ad un antipasto o a uno stuzzichino ma più portato a farcire gustosi panini. E così è stato: una rosetta leggermente scottata e una generosa manciata di fette di Strolghino e la merenda è fatta. Se volete un salame buono ma non impegnativo, saporito ma non invadente al palato, vi consiglio di provare lo Strolghino e, se avete possibilità di trovare quello del Salumificio Boschi, vi suggerisco di prenderlo morbido. Segue la doverosa prova documentale fotografica.

Celebriamo l’Unità d’Italia

Da nord a sud, ecco un incontro di sapori che celebra l’Unità d’Italia. Maccheroni pugliesi freschi incontrano asparagi selvatici sardi. Un filo d’olio extravergine d’oliva toscano e abbondante parmigiano stagionato 24 mesi uniscono i sapori. Pasta molto saporita (anche senza condimento), condimento ineguagliabile. Viva l’Italia!

L’importanza del buon pane

Il nostro Paese puo’ vantare un grandissimo numero di prodotti alimentari eccezionali sotto tanti aspetti: bonta’, genuinita’, sapore intenso e caratteristico oltre a tutta una serie di qualita’ nutrizionali. Questa ricchezza e’ giustamente protetta dalle varie denominazioni DOC, DOP, IGP e cosi’ via. Ecco, dunque, che olii, formaggi e salumi frutto delle nostre tradizioni locali diventano eccellenze alimentari che possono essere riconosciute, promosse, difese da contraffazioni e imitazioni.

Ammesso di trovare i canali distributivi giusti e di poter disporre di adeguata disponibilita’ economica (mangiare bene costa), si puo’ davvero creare un trionfo di sapori a tavola, a casa propria cosi’ come in ristorante. Di recente, ad esempio, ho mangiato delle fenomenali bruschette con Lardo Di Colonnata (IGP, http://it.wikipedia.org/wiki/Lardo_di_Colonnata), salume di cui avevo sentito parlare tante volte ma che non avevo mai assaggiato.

Nel mio (comunque piccolo) peregrinare per ristoranti a gustare specialita’ locali piu’ o meno prelibate, ho dovuto pero’ constatare che un particolare viene spesso trascurato: il pane. Lascio perdere una polemica che mi porto dietro da anni, ovvero in fatto che la stragrande maggioranza dei locali porti come coperto 3-4 fette scarse di pane, quantita’ assolutamente ridicola gia’ per un singolo, figuriamoci per una tavola con almeno tre persone! Vorrei invece soffermarmi sulla qualita’ del pane stesso. Indubbiamente, il pane dei panifici industriali ha consentito di abbassare il prezzo (non ne sono sicuro) e di aumentare la durata del prodotto (anche di questo non ne sono sicuro), ma e’ indubbio che la qualita’ ha perso parecchio. Ad ogni modo, poiche’ non tutti i giorni mangiamo prodotti IGT/DOC/DOP, ha senso mangiare pare industriale per la maggior parte del tempo.

Quel che non capisco, invece, e’ perche’ anche in ristoranti rinomati e apprezzati per la squisitezza dei propri piatti, l’offerta del pane sia di qualita’ mediocre. Si accompagnano piatti delizioni con vini eccellenti e poi si abbandona il pane ad una scelta di seconda o terza categoria.

Ecco, dunque, che trovare pane buono e’ diventato per me sinonimo di mangiar bene. E visto che in ristorante non posso forzare la scelta, almeno a casa cerco di portare pane buono. Pane buono.

Ho scoperto per caso il Pane Casereccio di Genzano (IGP, http://it.wikipedia.org/wiki/Pane_Casareccio_di_Genzano), che e’ assolutamente eccezionale.

Pane salato (nel senso, non “pane sciapo”), molto croccante fuori e altrettando morbido e vaporoso all’interno, ha un sapore nettissimo, deciso ma che non copre i sapori degli alimenti che accompagna. Ricorda molto da vicino in Crivraxiu (http://it.wikipedia.org/wiki/Civraxiu), specie quello di Sanluri (molto grande e con la mollica vaporosa).

Buono da solo, spettacolare con un salume sopra, vince su tutti come pane da scarpetta. Dicevo, appunto, che l’ho scoperto per caso e ho avuto la piacevole sorpresa di trovare un ottimo prodotto addiriddura etichettato filone per filone.

Strolghino di culatello

Da tempo volevo pubblicare questo post, ma avevo miseramente perso le immagini. Finalmente le ho ritrovate, dunque… facciamo posto allo Strolghino di culatello, ovvero un salame molto particolare che ho trovato qualche mese fa al supermarket dove solitamente compro gli alimentari.

La particolarita’ di questo salame, peraltro particolarmente saporito, deriva dalla sua storia e dal fatto che non e’ facile trovarlo nella grande distribuzione. Per la decrizione, lascio la parola all’etichetta che trovate qui sotto:

Vecchie novita’

Passeggiando per la città, ho visto questo cartello appeso all’ingresso di una panetteria:

Finalmente si riscopre la tradizione di questo pane buonissimo… (a questo punto, pero’, visto che hanno messo la traduzione “ciccioli”, avrebbero potuto scriverlo correttamente come “Pan’e gerda” anziche’ italianizzarlo in “pane con gerdas”)…

Culatello emiliano


Natale e Capodanno all’insegna dei salumi (che, in realta’, ho potuto mangiare poco, causa strascichi influenzali…). Qui sotto potete ammirare uno squisito Culatello proveniente dalla zona del parmense di oltre 5 kg. Ottimo affettato, ma davvero incredibile se tagliato grosso e fatto alla brace.

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POST MODIFICATO SU RICHIESTA DELL’UFFICIO LEGALE DEL CONSORZIO DEL PROSCIUTTO DI PARMA

Salame di Montizzolo


Un amico, che evidentemente mi conosce bene, mi ha ragalato per Natale uno squisito Salame del Montizzolo, ovvero un salame bergamasco. Oltre al gusto davvero speciale, questo salame e’ prodotto con una precisione e cura quasi maniacale: ogni esemplare, infatti, e’ accompagnato da una carta d’identita’, che identifica il numero di prodotto (il mio e’ il numero 96 di 188!), i maiali da cui e’ stata presa la materia prima, il luogo dove sono stati allegati i suini e cio’ che hanno mangiato. Spettacolo! Io mi fermo qui: le tre immagini di seguito danno giustizia a questo graditissimo regalo natalizio! Io l’ho festeggiato con una focaccina campidanese leggermente bruschettata alla brace…

Salame del Montizzolo e pane campidanese

Salame del Montizzolo e pane campidanese

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Ecco dov’e’ Cascina di Montizzolo, la localita’ dove viene prodotto questo salame:


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Aceto Balsamico SUPERIORE!


E’ un periodo denso, densissimo, purtroppo sta diventando difficile anche bloggare. 🙁 Oggi volevo scrivere qualcosa sul iPhone OS 3.0, sulle prime impressioni d’uso, con qualche commento sulle API. Ma la cena di oggi ha spostato l’attenzione su qualcosa di ben piu’ succulento di un sistema operativo (Apple non me ne voglia…).

Ho aperto una (piccola) confezione di aceto balsamico che non esito a definire paradisiaco, eccezionale. Nulla a che vedere con il solito aceto balsamico “da centro commerciale”: qui stiamo parlando di qualcosa di artigianale.

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Si tratta dell’aceto balsamico della Acetaia Malpighi: ambrato, profumato ma non acido, denso al punto giusto, con un retrogusto leggermente caramellato.

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Questo aceto mi e’ stato regalato e mentre lo aprivo non avevo assolutamente idea della qualita’ del prodotto: l’ho versato distrattamente sull’insalata e subito dopo averla assaggiata ho pensato di aver sbagliato condimento oppure ad una alterazione… E INVECE NO! Era lui! Era questo meraviglioso aceto balsamico!

Se vi piace condire la verdura (e non solo!) con l’aceto balsamico, dovete assolutamente provarlo!

Malloreddus alla bolognese?


Quando Davide nominava ricette improbabili quali cous-cous alla valdostana, cinghiale allo scoglio e cozze alla boscaiola, non pensavo che un giorno avrei potuto trovare una ricetta reale e altrettanto improbabile: gnocchetti sardi alla bolognese.

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Cio�? Con il rag�? Ma scusate, i malloreddus alla campidanese non sono con pomodoro e salsiccia (ovvero, non troppo distanti dalla bolognese)? Vabb�, non so se sentirmi pi� umiliato io nella mia sardit� o gli amici campani, che devono leggere l’invito all’assaggio di un ignoto hamburger alla sorrentina… Pu� parlarsi di mash-up gastronomico? � l’effetto globalizzazione? Ora manca solo di trovare sushi alla norma e il gioco � fatto…